
The Collage Post Foto di PublicDomainPictures da Pixabay
The Collage Post
In questo articolo parlerò delle spezie, e in particolare di come abbiano cambiato il mondo e inciso sulla storia: seguiremo il loro percorso partendo dall’antichità, per arrivare al Medioevo e infine alle diverse fasi del colonialismo, durante le quali assunsero un ruolo di primo piano.
Nel II millennio a.C. i popoli più evoluti come i Sumeri, gli Egizi, i Fenici, gli Assiro-Babilonesi, i Cinesi e i Persiani conoscevano le spezie; già in epoca remota era presente, in Egitto e nell’Assiria, una rete per il commercio di questi prodotti pregiati provenienti dall’India, dalla Malesia e dalla Cina.
L’introduzione delle spezie in Europa avvenne ad opera dei Greci e dei Romani, che le utilizzavano come medicinali, come profumi e per i riti sacri.
La forte richiesta di queste sostanze aromatiche arricchì i sovrani che controllavano le tratte marine e terrestri sulla rotta dei commerci con l’Oriente, e che imponevano dazi destinati ad impattare sui prezzi dei prodotti. Le spezie diventarono per questo una merce sempre più pregiata.
Anche nel Medioevo se ne faceva largo uso per conservare i cibi, per insaporire le pietanze e per le cure mediche. Nei trattati di medicina medievale si trovano accurate spiegazioni dei benefici dei diversi aromi su particolari patologie.
Nel XIII secolo la Repubblica di Venezia divenne la dominatrice degli scambi via mare con l’Oriente. L’importanza dei commerci con i paesi all’estremo del mondo fu il motore che spinse diversi sovrani europei, nei secoli immediatamente successivi, a investire per trovare vie alternative per raggiungere l’Oriente. Iniziarono così le spedizioni che avrebbero portato alla scoperta di nuovi mondi, man mano assoggettati alle potenze finanziatrici: così Cristoforo Colombo consegnò le Americhe alla Spagna, mentre Vasco De Gama occupò il porto indiano di Calicut per il Portogallo. I regni di Spagna e Portogallo aprirono la strada al colonialismo, mentre la repubblica di Venezia, anche a causa della nascita dell’Impero Ottomano, perdeva il suo ruolo di primo piano nei commerci marittimi.
Nella lotta per le colonie il Portogallo conquistò il Brasile, e, grazie anche al monopolio sulle spezie indiane, diventò una delle più grandi potenze mondiali. Agli spagnoli dobbiamo l’introduzione in Europa di prodotti tipici americani, come patate, mais, caffè e cacao.
Il colonialismo assunse una forma globale quando, nel Seicento, Inghilterra, Olanda e Francia fondarono le Compagnie delle Indie, ovvero delle società a cui affidare il monopolio delle attività commerciali nei rispettivi insediamenti, per contrastare il potere coloniale di Spagna e Portogallo. Iniziò così un periodo di lotta tra le potenze.
Il cambiamento del panorama dei commerci mondiali fece diminuire il prezzo delle spezie; questo ne fece salire sia la domanda che l’offerta.
Nell’Ottocento la ricerca di passaggi veloci per arrivare in Oriente e commerciare in spezie diede vita al progetto del canale di Suez, che una volta realizzato permise la navigazione diretta dal Mediterraneo all’Oceano Indiano.
Le spezie quindi non solo hanno importanti proprietà, anche curative: per gli Occidentali hanno fatto da propulsore alla scoperta del mondo e alla costruzione di grandi opere.