
The collage post Foto di Seno Aji da Pixabay
Il simbolo del pesce è presente in numerose culture, evidenziando significati di grande rilevanza, in particolare nel Cristianesimo e nelle tradizioni nordiche. Le sue origini, risalenti a epoche antiche, possono essere rintracciate in regioni come la Scandinavia e la Germania settentrionale, dove il pesce rappresenta un principio fondamentale e divino, associato alla creazione e alla conservazione del mondo.
Nel contesto indiano, la figura di Vishnu assume la forma di un pesce in momenti cruciali della storia, come si può osservare in uno dei suoi avatar, noto come Matsya. In questo racconto, Vishnu guida una grande arca al fine di preservare i germi della vita durante un catastrofico diluvio. Qui, il pesce simboleggia anche la conoscenza sacra contenuta nei Veda, che si ritiene fosse occultata fino al momento in cui avrebbe dovuto essere nuovamente rivelata, dopo il cataclisma.
L’idea di un “Salvatore” è connessa al simbolismo del pesce, che è percepito come segno di protezione e preservazione. Il significato del pesce, come simbolo di salvezza, è accostato a figure religiose e nodi di collegamento presenti in altre tradizioni. Ad esempio, in alcune credenze babilonesi emergono figure mitologiche dotate di un’influenza analoga.
In aggiunta, il pesce e altri animali acquatici, quali il delfino, rivestono un significato emblematico in diverse culture, rappresentando vari aspetti legati alla vita, alla conoscenza e alla fertilità. È fondamentale riconoscere la complessità e la varietà di tali significati, che dipendono dalla tradizione e dal contesto culturale. Mentre da un lato il simbolismo del pesce può essere associato alla vita e alla salvaguardia, dall’altro, è possibile rinvenire legami con la fertilità e interpretazioni non correlate al salvataggio.
Il pesce come simbolo, pertanto, possiede un significato profondo e complesso, che varia da cultura a cultura, ma si configura spesso come un riflesso di temi universali quali salvezza, conoscenza e vita.
La lettera araba “nûn”, che occupa la quattordicesima posizione nell’alfabeto e ha un valore numerico di 50, riveste un’importanza particolare: segna la conclusione della prima metà dell’alfabeto arabo, il quale consta di 28 lettere, in contrapposizione alle 22 lettere dell’alfabeto ebraico.
Nella tradizione islamica, “nûn” è legata al pesce, in particolare alla balena, richiamando alla mente la storia del profeta Giona, noto come “dhûn Nûn”, dove “Nûn” denota appunto “pesce”. Questa lettera, dunque, rappresenta il pesce come salvatore, in un parallelo con il Matsya-avatāra della tradizione induista. In questa ottica, la balena non è solo un’immagine, ma funge da nave, custodendo Giona, a quanto avvenuto con l’arca di Noè che preservava gli elementi della creazione durante il diluvio.